Per la prima volta ho fatto fatica a leggere un libro della Gazzola, non mi ha coinvolta,non mi ha tenuta attaccata alle pagine, anzi mi addormentavo come niente.

Non capisco come mai, non capisco se non fosse il so momento, o mi sono fatta condizionare dai commenti negativi di amiche e conoscenti.

Costanza è una ragazza madre che dalla Sicilia si trasferisce a Verona. Ha trovato lavoro, per un anno, come paleopatologa. Non è contenta, lei è medico e se potesse farlo a Londra, sarebbe decisamente meglio. Ma dalla sua broker non arriva nulla di interessante.
Costanza si sente un pesce fuor d’acqua in qualunque situazione: al lavoro, nei confronti delle mamme dell’asilo..

La figlia Flora è la sua luce, e riesce a mettere in ordine i suoi pensieri, la sorella, con la quale vive, invece è il suo grillo parlante.

Tra una scoperta su una treccia rossa, una congettura, su Federico II, una supposizione sulle figlie Selvaggia e Biancofiore, Costanza decide che è arrivato il momento di trovare il padre della figlia. Un ragazzo conosciuto a Malta durante una vacanza: Marco, che nel giro di una mattina si scopre padre, da ben quattro anni. Ma nonostante questa notizia, la prende bene e prende sul serio il proprio ruolo.
Cosa succederà tra Costanza e Marco, ovviamente si scoprirà nei prossimi libri.

Per me, Alice Allevi era molto più brillante, anche se pasticciona. La trovavo più positiva e in questo momento di quarantena ne ho davvero bisogno. Speriamo bene per i prossimi volumi!

 

State al sicuro!

 

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