Ho comprato i libri della Basso per 5 anni. Sono andata alle presentazioni per 5 anni. Sempre a scatola chiusa, seguendo questo iter: compravo, ascoltavo, facevo autografare, tornavo a casa e riponevo il libro. Righe lette in 5 anni? Nessuna. Non perché io sia una pazza scatenata, o forse sì, ma semplicemente perché aspettavo che la serie finisse. E di questo do atto alla Basso che fin dall’inizio ha detto “I libri saranno 4. La storia nella mia testa è chiara, così come i personaggi. Ho già la fine. Non mi piace che la storia diventi un brodo, ad un certo punto deve finire, per correttezza e rispetto anche e soprattutto dei lettori.”
Inizia il 2020, e io decido che è arrivato il momento di mettermi alla lettura di questi volumi che mi aspettano. Uno al mese, tutti i mesi, così ho continuità della storia non perdo i pezzi.. e niente, mai scelta fu più giusta per me! Perché? Perché Vani Sarca, la protagonista, mi ha catturato alla prima virgola, e io non volevo fa altro che sapere, leggere leggere e leggere i lei e delle persone, varie e variopinte, che la circondavano. Non ce l’avrei fatta ad aspettare anno, dopo anno che uscisse il nuovo capitolo!
Vani Sarca, è una ghostwriter: scrive libri per altre persone. Ed è pure brava, perché il suo carattere distintivo, o forse uno dei tanti, è che si immedesima nelle altre persone e quindi il suo lavoro lo sa fare proprio bene. Riesce a copiarne il modo, la natura, anche le battute, gli intercalari. Il suo capo Enrico, non può fare a meno di lei, nonostante non la tratti per il meglio, la paga è da fame (parole di Vani) e i lavori siano sempre discutibili. Vani si fa notare anche e soprattutto, per il suo modo di vestire. Tutti la paragonano alla protagonista di una serie di libri, nonostante lei si vesta in quel modo da molto prima.
Vani, in questo primo capitolo, si ritrova a lavorare su due libri. Il primo per un autore di spicco, che nel suo primo romanzo aveva folgorato tutti, ma che si trova in fase di stallo e non riesce a scrivere il secondo libro. Così, il suo capo, le chiede di intervenire, per sua fortuna Riccardo, è sì in stallo, ma ha comunque qualcosa di buono in mano. I due inizino a lavorare a stretto contatto, e questo fa sì che Vani faccia cadere alcune delle sue certezze, delle sue fortezze tirate su a fatica. Perché nonostante tutto il lavoro fatto, il menefreghismo per il prossimo, e il non aspettarsi niente da nessuno si può rimanere scottati. e quando ci si scotta e ci si fa male, si diventa cattivi, ancora più di prima.
Nel secondo caso, Vani si ritrova dover preparare un libro che per lei ha zero etica. Un libro che utilizza le debolezze della gente, ma che la porterà a diventare un consulente della polizia e a conoscere il Commissario Berganza.
La donna per cui deve scrivere il libro, scompare e il commissario è l’incaricato del caso. Tra i due nasce subito un feeling davvero notevole. Entrambi amanti dei libri, dei buoni super alcolici. Il commissario capisce subito che Vani ha delle qualità davvero notevoli.
La scrittura non è banale, seppur leggera. I personaggi sono davvero ben costruiti, con una loro storia, un loro vissuto e le loro idee.
Vani la conosciamo anche grazie, a dei continui salti temporali, che ci fanno scoprire il personaggio in età giovanile, scolare, il perché sia arrivata ad essere quello che è, e perché al suo fianco ci siano personaggi di ogni età.
Menzione speciale per il rapporto tra la protagonista e la vicina di casa adolescente. Un rapporto che mi è piaciuto da subito, nonostante la forte differenza di età.
Vani è stata una rivelazione, ho fatto bene ad aspettare tanto per legerli!
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