Questo libro è stato l’argomento dell’ultimo incontro del mio gruppo di lettura, prima che tutto si fermasse per il Covid-19, mi chiedo quando riusciremo a rivederci, in tutta sicurezza..
Il libro è sviluppato su 3 piani temporali.
Nel primo troviamo Laure, la protagonista, come ragazza alla pari a Parigi, in casa dei Kobes, che si trasferiscono a Praga nell’estate del 1986.
Una Praga molto calda, sotto un regime che spia, che non lascia libertà , che fa spiare i propri figli alle madri.
Laure è giovane, e si trova spaesata in un paese con così tante restrizioni. Per puro caso conosce Tomas, ragazzo ribelle, dissidente di quel regime, cantante rock.
Nel secondo siamo 1996 a Berlino. Laure e Petre (il Signor Kobes) si rincontrano. Lei ufficialmente lavra per gli affari culturali per il consolato inglese, ma in reatà lei è ben altro.
Il terzo piano temporale è oggi. Laure apre il Museo delle promesse infrante.
Uno spazio dove si possono portare oggetti che erano legati a delle promesse che non sono state mai mantenute. Per Laure quello è il momento in cui una persona inizia a guarire.
La Buchan è brava a intrecciare i tre tempi storici. La scrittura è un susseguirsi di amore e promesse. Ci accompagna attraverso un paese sotto regime e ci fa conoscere tutta l’angoscia e la difficoltà di viverci.
Mi è piaciuto, ma non erto un libro indimenticabile.
Nei primi giorni, in cui era scoppiata, o venuti a conoscenza, dell’epidemia nel nostro paese, ho avuto serie difficoltà a leggere, ma alla fine, mi ha portata a spegnere la tv e a leggere. E questo, in quel momento in cui ero vittima di infodemia, è stato fondamentale.